Shades of Women, la manifestazione, iniziata la settimana scorsa con la prima di cinque serate dedicate al mondo della fotografia al femminile ospita trenta tra le più affermate e premiate fotografe internazionali, tra cui Sarah Elliott, Simona Ghizzoni, Bénédicte Kurzen, Ilvy Njiokiktjien, Laerke Posselt, Alisa Resnik Lana Slezic, tutte autrici che hanno vinto importanti premi come World Press Photo o il Pictures of the Years International. La rassegna, ideata dalla fotografa romana Ilaria Prili, si articola in cinque lunedì di proiezioni sul palco del Teatro Due a Roma, ognuna delle quali è dedicata a un tema diverso, con musica e letture di testi che interagiscono con le immagini. Vi sono opere che parlano di violenze e soprusi, di diritti richiesti e negati, di circoli viziosi da spezzare, ma anche di famiglia, amore, arte e bellezza presente anche nel dramma. “Fotografia non soltanto come fatto estetico-cronachistico, ma anche, e forse soprattutto, come arte capace di indagare la psicologia dell’uomo nel suo vivere qui ed ora, nella prospettiva affascinante dei valori e dei problemi dell’essere.

Shades of Women, la fotografia come strumento privilegiato di questa indagine, capace di contribuire a far maturare nella coscienza comune una concezione nuova e più ricca dell’agire fotografico; il Teatro come luogo e simbolo della conoscenza, anche di se stesi: questa è la mia idea della Fotografia e questa la mia proposta”, così Ilaria Prili, curatrice dell’evento, descrive Shades of Women.

Con l’aiuto delle trenta fotografe che partecipano alla rassegna lo scopo è quello di aprire al mondo le indagini, le storie, i fatti e le vicende che appartengono alle più diverse dimensioni della realtà contemporanea e ne rappresentano, allo stesso tempo, una sorta di paradigma, di denominatore comune di situazioni, emozioni, drammi o anche gioie, che avvicinano tutte le donne del mondo al di là dei confini geografici e delle culture cui appartengono.

La prima serata si è tenuta lo scorso lunedì e aveva come titolo Bleeding blossoms – Germogli spezzati, un breve viaggio nelle aberrazioni della violenza, soprattutto quando opprime l’insopprimibile desiderio di libertà e di conquista di elementari diritti di giustizia ed equità. Sono state proiettate immagini di Nadia Shira Cohen sulla Primavera Araba; Rena Effendi sul conflitto in Georgia; Simona Ghizzoni sulla tragedia ancora trascurata del Sahara Occidentale attraverso le testimonianze delle prigionieri sopravvissute (insieme alla fotoreporter era presente la giornalista Emanuela Zuccalà per presentare il progetto di crowdfunding JUST TO LET YOU KNOW THAT I’M ALIVE al sito Emphas.is); Sofie Amalie Klougart sulla base militare della Danimarca dove vengono addestrati giovanissimi soldati che andranno in Afghanistan; Benedicte Kurzen sull’incontro-scontro dei cristiani e dei musulmani in Nigeria centrale; Ilvy Njiokiktjien and Elles Van Gelder sui Kommandokorps del Sud Africa; Lana Slezic sulle donne afghane.

Prossimo appuntamento con Shades of Women sarà il 5 novembre con “Minds in path – I luoghi e i volti”, poi il 19 novembre con “Nasty Circles – Circoli viziosi”, il 3 dicembre con “Binding ways – Le molteplici vie di un legame”, per concludersi il 17 dicembre con “Thin ice – Storie di donne”.